La Legge Golfo-Mosca porta i suoi frutti, dal rapporto Consob
Il 18 marzo 2019 a Roma è stato presentato il rapporto Corporate governance, creazione di valore e crescita della Consob, l’organismo di controllo che regola la Borsa in Italia. L’introduzione è stata fatta dalla Prof.ssa Anna Genovese – Presidente Vicario Consob, e i dati del report presentati da Nadia Linciano, Responsabile dell’Ufficio Studi Economici, coordinato nell’ambito della Divisione Studi.
Il rapporto descrive la composizione del Governo societario e la board diversity. In particolare sulla presenza di donne negli organi consiliari sottolinea che “a giugno 2018 la presenza femminile raggiunge il 36% del totale degli incarichi di amministrazione e il 38% degli incarichi di componente degli organi di controllo, in entrambi i casi registrando i massimi storici per effetto dell’applicazione della Legge Golfo-Mosca (legge 120/2011)”. La posizione di amministratore delegato è ricoperta però da una donna solo in 14 delle società censite, con una diminuzione di tre unità dall’anno prima. Aumentano le donne al vertice delle quotate, si riduce il numero delle amministratrici delegate (sono 14 contro le 17 del giugno 2017). Il controllo familiare continua a essere il modello prevalente però ha raggiunto il minimo storico dell’11% circa la presenza nel board di donne che sono anche azionisti di controllo ovvero sono a questi legate da vincoli di parentela (cosiddette family).
Entrando nello specifico degli incarichi la maggioranza degli emittenti ha riservato al genere meno rappresentato la quota stabilita per legge, un terzo dei componenti del board, sia nel caso delle società giunte al secondo e al terzo rinnovo del board successivo alla legge (rispettivamente 156 e 24 con una presenza femminile pari al 36%,) sia nel caso degli emittenti al primo rinnovo, a cui è applicabile la quota di genere di un quinto (31 casi, 35% di donne in Cda). Questo dato è stato rilevato anche nelle società non soggette alla legge 120/2011 in quanto neo-quotate e nelle imprese che hanno già completato i tre rinnovi previsti dalla legge (complessivamente 17 casi, 33% di donne in Cda). Aumenta rispetto al passato la quota di donne qualificate come indipendenti (72% a metà 2018 a fronte del 69% nel biennio precedente).
È stata rilevata maggiore presenza femminile nei board delle grandi aziende e nel settore dei servizi. Alla maggiore partecipazione femminile si collega una riduzione dell’età media dei consiglieri, un aumento del numero di laureati e una maggiore diversificazione dei profili professionali.
Testo integrale del Rapporto 2018 sulla corporate governance delle società quotate italiane [pdf]